Estratto
[...] e attraverso un travaglio teorico che impegnò[...]
01/01/1966
Ita
[...] e attraverso un travaglio teorico che impegnò specialmente i perspectivi del XIII e del XIV secolo, a partire da Grossatesta, si formò la convinzione che dalle sorgenti radianti venisse emesso un quid, capace di impressionare l'occhio umano, quando lo colpiva direttamente; ed era altresì capace di illuminare i corpi oscuri, provocandone la emissione di "specie", che, se penetravano in un occhio, permettevano la visione dei corpi stessi. Questo quid fu chiamato "lumen"; il lumen era dunque una entità fisica. Si cominciò subito a osservare che si propagava per linee rette (che furono chiamate "raggi solari") e già dall'Alhazen fu avanzata l'idea che fosse composto di minutissime particelle materiali. I peripatetici per altro si dichiararono favorevoli a una natura "accidentale" e cominciarono a considerare il "lumen" come un moto, naturalmente di natura ondulatoria, per l'analogia troppo evidente col suono.
Vasco Ronchi, "De Luce et De Lumine", Olschki, 01/01/1966, Firenze
tipologia
Studio storico-critico
ambito
Fisica
p. 5
Lumen (Lat)
Lux (Lat)
moto , natura ondulatoria, specie, corpi oscuri, sorgenti radianti, raggi solari
09/10/1253