Patrimonio e innovazione nell’opera di Mariano Fortuny: fonti ispiratrici nell’arte di orchestrare la luce,
relazioni, influssi, testimonianze nel contesto artistico europeo
Responsabile scientifico e ricercatori coinvolti
Partecipano al progetto Atlante Fortuny:
- Responsabile Scientifico del Programma di Ricerca: prof.ssa Cristina Grazioli
- Personale docente e ricercatore dell’Università di Padova: prof. Guido Bartorelli, prof.ssa
Elena Randi, prof. Carlo Alberto Zotti Minici - Studenti di Dottorato di Ricerca dell’Università di Padova: dott.ssa Barbara Volponi
- Personale docente e ricercatore di altre Università: prof.ssa Maria Ida Biggi
- Assegnisti di ricerca: dott.ssa Marzia Maino
Descrizione del progetto
L’Università degli Studi di Padova in collaborazione con i Musei Civici veneziani, con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e con l’Università Ca’ Foscari di Venezia ha finanziato un progetto di Ateneo dedicato ad una ricognizione intorno all’opera e alla poetica teatrale di Mariano Fortuny y Madrazo, basandosi sulle fonti d’ispirazione e di formazione dell’artista. Ne è responsabile scientifica la Prof.ssa Cristina Grazioli, docente presso il medesimo Ateneo. Il progetto intende avviare il reperimento, l’analisi e
la messa in relazione dei documenti conservati nei musei e nelle istituzioni italiane e straniere che hanno serbato traccia dell’operato di questo poliedrico artista, documentandone l’attività su scala europea.
Mariano Fortuny (Granada 1871-Venezia 1949), scenografo e creatore di sistemi d’illuminazione per la scena, è figura eclettica e singolare nel panorama europeo di primo Novecento. Pratica con originalità numerose discipline come la pittura, l’incisione, lo studio sugli impasti di colore, la fotografia, la creazione di abiti e di tessuti stampati, il design di lampade e il teatro, di cui propone una riforma della scena che s’inserisce a pieno titolo tra i grandi movimenti di rinnovamento del teatro a cavallo tra i due secoli. La sua
proposta si basa su un dispositivo scenotecnico ed illuminotecnico molto sofisticato, utilizzato ed ammirato da personaggi di primo piano, quali Adolphe Appia, Max Reinhardt, Gabriele D’Annunzio, Eleonora Duse, Sara Bernhardt, Marcel Proust, Hugo von Hofmannsthal, Isadora Duncan, Ruth Saint-Denis e molti altri.
Momento centrale dello studio è costituito dall’attività teatrale, con particolare attenzione all’illuminazione della scena. Se la parte tecnica della riforma è già stata oggetto di indagine storico-critica, altrettanto non si può affermare per il versante teorico, ancora in parte da contestualizzare rispetto alle poetiche coeve. Le ricerche hanno come obiettivo primario l’analisi di questo aspetto della proposta spettacolare di Fortuny.
Ma la ricognizione toccherà tutti gli ambiti esplorati dall’artista nel corso della vita, nel pieno rispetto della sua concezione poetica impregnata dell’idea di Arte Totale e di dialogo tra le discipline artistiche. Si prenderà in esame per esempio la sua produzione pittorica, come il ciclo dedicato alle opere di Wagner. Si valuterà poi la posizione dell’arte fotografica nel contesto degli interessi luministici e pittorici dell’artista catalano. Ma anche le relazioni di Fortuny con il mondo della danza, attraverso il curioso tramite delle sue creazioni tessili e dei costumi: ne è documentato l’utilizzo da parte di danzatrici come Ruth Saint-Denis e Isadora Duncan; così come sono ipotizzabili relazioni con le “danze di luce” di Loie Fuller che proprio
nell’effetto “luministico” dei tessuti trovavano il loro punto di forza. Si analizzeranno le lampade e i dispositivi ideati per rischiarare sale e foyer, anch’essi concepiti secondo la poetica che sta alla base dei congegni messi a punto per l’illuminazione teatrale.
Punto di partenza sarà lo studio della biblioteca dell’artista conservata nella sua dimora veneziana, ora Museo Fortuny. Finora mai è stata compiuta un’analisi approfondita di questa preziosissima raccolta di volumi, così come manca uno studio minuzioso dei manoscritti, dei dattiloscritti e degli oggetti d’arte appartenutigli, tanto meno sulla scorta della relazione con le sue letture di formazione. Ma oggetti d’interesse diventano, oltre ai materiali teatrali, anche le fotografie, le incisioni, gli abiti, i tessuti stampati, le lampade e ogni sorta di materiale a lui appartenuto e da lui considerato come fonte d’ispirazione.
Il lavoro di ricerca e di analisi dei materiali troverà uno strumento significativo nella creazione di un database (Atlante Fortuny), articolato per parole chiave e in sezioni contenenti informazioni da organizzare entro un sistema che consenta lo studio comparato del materiale. Ci si propone infatti di intraprendere una perlustrazione delle fonti utili allo studio dell’artista presso le istituzioni e gli archivi di teatri dove abbia operato Fortuny, dalla Scala di Milano ai teatri di Berlino e Monaco dove vennero adottati i suoi dispositivi illuminotecnici (come la celebre Cupola Fortuny), alle biblioteche parigine che potrebbero documentare traccia della sua attività nella capitale francese, ai materiali presso il Fondo Appia di Berna.
La composizione del gruppo di ricerca corrisponde alle necessità poste dalla materia eterogenea del progetto. Entro l’équipe sono previste le diverse competenze; se la responsabile scientifica si occupa da anni dello studio del coefficiente della luce a teatro, partecipano al progetto specialisti di storia del teatro e dello spettacolo di primo Novecento, esperti conservatori e promotori di patrimoni documentali, archivisti con esperienza di archivi informatici per la catalogazione di fonti per la storia dello spettacolo, studiosi di fotografia e dei fenomeni ottici che si pongono sotto la classificazione di precinema, esperti della danza di primo Novecento, studiosi delle arti figurative del periodo indagato. Un possibile sbocco futuro sarà, sulla base del disegno di una “mappa Fortuny” tracciato nel corso del progetto, la costituzione di un ulteriore gruppo di lavoro su scala europea che metterà a punto la ricezione e la ripercussione dell’opera di Fortuny in Francia e Germania. In questo senso un appuntamento decisivo sarà segnato dal Convegno previsto per
il 22 e 23 novembre 2013, dove si confronteranno studiosi italiani ed europei, specialisti delle diverse discipline.
Il progetto si concluderà nel gennaio 2014. Si auspica che lo studio compiuto in questi mesi possa consentire di delineare in modo più puntuale il ritratto e l’opera di questo straordinario personaggio grazie ad una dettagliata messa a fuoco delle relazioni instaurate da Fortuny nel corso della vita con gli artisti a lui contemporanei, tra i quali emergono figure capitali nel panorama europeo tra Otto e Novecento.
Obiettivi del progetto
S’ipotizza di compiere la ricerca in due fasi. Durante il primo anno s’intende effettuare un’analisi dei testi contenuti nella biblioteca Fortuny, offrendone un regesto critico dettagliato. La ricognizione riguarderà anche i materiali dattiloscritti e manoscritti, gli album fotografici e i quaderni conservati al Museo di Venezia. Contemporaneamente si procederà ad un’analisi comparativa dei dati raccolti anche in relazione al materiale conservato nel Fondo Mariutti-Fortuny della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, l’altro fondo veneziano riferito all’artista. Sin dai primi mesi si creerà il database e contemporaneamente una pagina web all’interno del sito del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari, dove potranno essere inserite le informazioni raccolte nei vari ambiti implicati.
Durante il secondo anno, sulla scorta dei dati acquisiti nelle sedi “veneziane”, ci si dedicherà all’avvio di una ‘mappatura’ di fonti utili allo studio dell’artista presso altre sedi italiane e straniere dove abbia operato Fortuny.
Per quel che riguarda il versante più strettamente teorico, la considerazione integrata dei due fondi veneziani (Museo Fortuny e Marciana) e delle informazioni reperite negli archivi e biblioteche europei consentirà di leggere la figura e l’opera di Fortuny non più come artista eccentrico ed eccezionale ma dentro una linea di continuità che riguarda le acquisizioni tecniche e il patrimonio delle riflessioni e delle poetiche di un versante del teatro europeo, quindi di delineare le direttrici storiche della ricerca intorno
agli elementi della visione, dove fondamentale è il ruolo della luce, entro cui si pone l’artista spagnolo. Ci riferiamo al movimento di riflessione che riguarda l’illuminazione scenica tra fine Settecento e inizio Ottocento, dove le relazioni tra luce, scena e pittura consentono di formulare un’idea di “quadro scenico” concepito sulla base di un principio unitario, abolendo la frammentazione tipica del palcoscenico all’italiana. L’artista perviene all’adozione di un fondale continuo, un “orizzonte circolare” che ha forti parentele con la sperimentazione di generi a dominante “ottica” e “pittorica”, come diorama e panorama, e che sta alla base dell’elaborazione della “Cupola Fortuny”. Ma anche le influenze del modello architettonico antico, filtrato dall’esempio eccezionale dell’Olimpico di Vicenza, che l’artista studia in modo minuzioso.
Dall’altro lato si vedranno i legami con le punte più avanzate della scena e delle arti a lui contemporanee, ponendo la sua poetica entro quella grande fucina di elaborazione e sperimentazione che costituisce premessa indispensabile all’evoluzione delle concezioni e delle pratiche sceniche
novecentesche.
I risultati raggiunti al termine delle ricerche saranno la base per la stesura di una monografia aggiornata che renda conto della poetica teatrale di Fortuny, dei suoi apporti all’arte spettacolare e delle sue relazioni con il mondo culturale a lui contemporaneo; il volume avrà al suo centro l’attività teatrale di Fortuny e articolerà questo punta di vista centrale nelle relazioni con le altre arti (fotografia, danza, pittura). Si prevede inoltre di pubblicare uno studio dedicato all’Elektra di Hofmannsthal (sulla base della comparazione tra redazione originale in tedesco e traduzione/adattamento in francese per Eleonora Duse), dove grande peso avrà l’attenzione al contributo di Fortuny per le scenografie. Nella fase finale del progetto troverà spazio l’organizzazione di un convegno di studi internazionale in collaborazione con il Centro Studi per la ricerca documentale per il teatro e il melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia (la cui responsabile partecipa al progetto) e il Museo Fortuny e la Fondazione Musei Civici Venezia.
Risultati già ottenuti
La ricerca si sta svolgendo principalmente al Museo Fortuny di Venezia che ospita, oltre ad un fondo considerevole di documenti e numerosi materiali, anche la biblioteca appartenutagli. L’indagine viene condotta su due livelli: la ricognizione del patrimonio documentale e bibliografico qui conservato; lo studio dell’opera e della poetica di Fortuny sulla base del contesto delle letture che compongono la sua preziosa biblioteca, ad oggi mai esaminata in modo puntuale.
Le informazioni raccolte nel corso di questa fase del lavoro di ricerca vengono inserite in un archivio informatico la cui consultazione è per ora consentita esclusivamente alla Responsabile scientifica e ai ricercatori coinvolti nel progetto. Una ricognizione è stata avviata presso la Bibliothèque de l’Opéra e presso il Dipartimento Arts du Spectacle della Bibliothèque Nationale de France di Parigi. Oggetto d’indagine futura sarà senz’altro il Fondo Rondel qui conservato.
Appuntamenti
Nell’ambito del progetto Atlante Fortuny è in programma un convegno internazionale di studi: La scena di Mariano Fortuny, Venezia – Fondazione Giorgio Cini, 22-23 novembre 2013.